“Barba: storia di come sono nato due volte”, Alec Trenta, Editori Laterza GLF, 2022, 217 pagine in b/n e a colori, brossura, € 18
“Pensavo di essere cleptomane e invece ero un bambino transgender. E forse, a saperlo, mi sarei risparmiato mille paranoie”. Attraverso queste mille paranoie, con pagine piene di poesia alternate a serissimi spiegoni (disforia e identità di genere, orientamento sessuale, uso dei pronomi, etc.) Ale, novello Goku, ci porta alla ricerca della sfera giusta per colmare il vuoto che si portava dietro fin da bambino, quando ancora era Lisa e non capiva perché dentro si sentisse un maschio e desiderava più di ogni altra cosa una bella barba folta che lo rendesse evidente anche al resto del mondo. Con ironia e leggerezza Trenta mostra che la strada per l’affermazione di genere non è lineare né tantomeno uguale per tutte le persone, e che forse l’ostacolo più grande è abbattere gli stereotipi radicati dentro ciascuno di noi e legittimarsi a essere se stessi in una società regolata dalla legge dell’ombrello (blu o rosa, senza sfumature o altre possibilità di scelta). Così, dopo un lungo percorso fatto di dubbi, paure, accettazione del proprio corpo e dei suoi cambiamenti, accompagnato dall’allegria della tigre Pablo, dalla dolcezza della madre, dall’ascolto paziente dello psicologo Damian e dall’amore di Camilla, Ale capisce che se forse il suo cane non lo riconoscerà più ora che puzza di testosterone, lui potrà comunque continuare a ballare Beyoncé chiuso in camera in mutande e starsene in panchina durante la partita di calcetto. Perché essere trans è solo una parte dell’essere Ale.