“Speak: il graphic novel”, Laurie Halse Anderson ed Emily Carroll, Il Castoro, 2019, 369 pagine in scala di grigi, brossura, € 16,50.
Melinda Sordino ha tredici anni e alle superiori tutti la odiano perché l’estate precedente ha chiamato la polizia durante una festa. Nessuno si preoccupa di chiederle il perché e Melinda non parla di quanto successo, anzi, non parla affatto: né con i genitori – troppo impegnati a litigare per darle davvero retta – né con gli insegnanti, né tantomeno con i compagni di classe, ché di amici veri non ne ha, solo una ragazza nuova che la sfrutta quando le fa comodo. Va male a scuola, dove è continuamente vittima di bullismo, e spesso salta le lezioni e va a rifugiarsi in uno sgabuzzino polveroso in compagnia dei libri e di un poster di Maya Angelou. L’unica materia che sembra interessarle è Arte, forse perché il professore ha capito che lei avrebbe tanto da dire, se solo ci riuscisse. Purtroppo il suo aguzzino frequenta la stessa scuola ed è un belloccio molto popolare a cui tutti danno credito. Persino Rachel, la sua ex migliore amica, esce con lui, e a nulla valgono gli sforzi di Melinda per metterla in guardia. Ma qualcosa sta per cambiare e il ballo di fine anno diventerà l’occasione per svelare che tipo di persona Andy Evans sia davvero. Riuscirà Melinda a riprendere in mano la sua vita, liberarsi dai sensi di colpa e raccontare la sua storia?
Adattamento dell’omonimo romanzo, questo graphic novel offre uno spaccato di vita di una tipica high school americana visto dalla prospettiva di Melinda, la protagonista. Il tema del contrasto tra silezio e libertà di parola e il conseguente racconto della violenza sessuale procedono di pari passo con il ritratto ironico e sagace di momenti di vita quotidiana di insegnati e studenti lungo tutto l’anno scolastico.