“La fabbrica dei corpi: dalle prime protesi all’umanità aumentata”, Héloïse Chochois, Bao Publishing, 2018, 160 pagine a colori, copertina rigida, € 18

Metti un giorno qualunque: alzarsi, fare colazione, salutare la propria compagna, prendere la moto per andare al lavoro… e poi l’incidente, la corsa in ospedale e l’amputazione di un braccio. Così comincia il viaggio del protagonista nella storia della medicina che fin dall’antichità si occupa di amputazioni e protesi, con l’eccezionale guida di Ambroise Paré, uno dei padri della chirurgia moderna. Il fumetto di Chochois è composto da parti più didattiche e descrittive, spesso umoristiche, che ripercorrono il perfezionamento tecnico della disciplina, dall’introduzione del laccio emostatico alle protesi a controllo neurale. Queste pagine spiegano per esempio come si esegue un’amputazione ai giorni nostri oppure cosa sappiamo del fenomeno dell’arto fantasma, e si interrogano sulla possibilità – in un futuro prossimo – di potenziare la nostra umanità attraverso la tecnologia, e sui possibili risvolti sociali del transumanesimo. Ci sono poi parti che narrano il viaggio del protagonista alla scoperta del nuovo se stesso con il supporto amorevole delle persone care, la sua perseveranza nell’affrontare la sfida del dover imparare a fare tutto da capo, partendo dai movimenti più semplici, come i bambini, ma anche i tanti momenti di sconforto e le piccole vittorie che lo portano passo dopo passo all’accettazione del nuovo corpo. E pian piano la vita riprende il suo corso: alzarsi, fare colazione, salutare la propria compagna, prendere l’autobus per andare al lavoro…