“Sindrome Italia: storia delle nostre badanti”, Tiziana Francesca Vaccaro e Elena Mistrello, BeccoGiallo, 2021, 160 pagine a colori, brossura, €19
Iasi, Romania, 2005. Valisica è una giovane donna come tante, due figli piccoli, un marito alcolista, un lavoro in fabbrica per mantenere la famiglia. Ma i soldi non bastano mai e la gente in paese racconta cose mirabolanti dell’Italia, di quanto sia facile trovare un impiego e di tutti i risparmi che si possono mettere da parte. In fondo, si tratta solo di stare via qualche anno. Così Vasilica parte: Palermo, Milano, Marilisa, Liliana… due città, quattro signore, dieci anni di vita lontana dai suoi figli. A loro ormai grandi scrive: “Lasciarvi per me è stato… ero diventata… Non lo so, ma da quel giorno ho iniziato a chiedermi: ma io a casa servo? Non sono più mamma, non sono più donna… che cosa sono? Chi sono?”. Vasilica è un anfibio, sospesa tra terra e acqua, tra Italia e Romania, tra passato e futuro senza mai riuscire a vivere il presente. Una telefonata dei figli, ormai ventenni, e finalmente decide di tornare a casa, nella sua casa nuova, costruita con i frutti del suo lavoro come badante. Purtroppo, però, questo momento tanto atteso non porta la gioia sperata.
Iasi, Romania, 2016. Un anno dopo il suo ritorno, ritroviamo Vasilica diretta verso l’aeroporto, pronta a ripartire: ha deciso di provare a smettere di vivere con l’acqua alla gola. Una nuova vita l’aspetta a Portsmouth con il suo compagno.
Il fumetto è rilasciato con licenza creative commons; nella postfazione si possono trovare tutti i dettagli sulla genesi dell’opera in primis come progetto sociale per avvicinare donne romene e italiane, chi cura e chi affida i propri cari alle loro cure. Per approfondire il discorso sulla Sindrome Italia e sui cosiddetti “orfani bianchi”, ecco il link a un reportage dalla città di Iasi.