“Mia sorella è pazza”, Iris Biasio, Rizzoli Lizard, 2022, 208 pagine a colori, brossura, € 17,50

Rita e Francesca sono due giovani sorelle. Rita è sempre stata un po’ strana ma suo marito, un talentuoso pittore, la ama anche per questo. Fino al giorno in cui scivola e batte la testa, morendo sul colpo. Nel tentativo di distrarla dalla tragedia, Francesca la porta a fare un pic-nic, durante il quale Rita si allontana nel bosco per fare pipì. Viene ritrovata mezz’ora dopo in stato confusionale. La cartella clinica del Pronto Soccorso riporta: “emorragia vaginale sospetta violenza sessuale stato shock no altre lesioni visibili”. Da quel momento, Rita non parla più, anche se sembra serena. Francesca si sobbarca la retta di un istituto psichiatrico, ma gli anni passano e non sembrano esserci progressi. Finché un giorno, durante la consueta visita, si taglia sbucciandole una mela e il sorriso che sua sorella ha mantenuto così a lungo si trasforma in un ghigno minaccioso. Cos’è successo davvero quel giorno nel bosco? Cosa sanno gli altri pazienti che Francesca e i dottori non riescono a vedere? C’è forse una spiegazione all’amenorrea di Rita? Fino a che punto può spingersi la mente umana pur di non elaborare un lutto?
Pur essendo principalmente un racconto di formazione più che un fumetto a tema medico, Mia sorella è pazza affronta in modo onesto e non banale molte tematiche nell’ambito della salute mentale. Particolarmente mirabili, e intense, sono le pagine che illustrano l’episodio di scompenso psicotico acuto di Rita, e che sveleranno al lettore il mistero celato dietro il suo sorriso.