“La parentesi”, Élodie Durand, Coconino Press Fandango, 2011, 222 pagine b/n, brossura, € 17,50.

Com’è perdere se stesse, dimenticare interi anni della propria vita, non essere più in grado di compiere in autonomia i gesti più elementari e le operazioni mentali più semplici? Associamo questi sintomi a patologie dell’età avanzata, come demenza senile o morbo di Alzheimer, ma Élodie ha solo 21 anni quando comincia a soffrire di crisi epilettiche, di cui al risveglio non ricorda nulla. “Dicono che l’epilessia sia come una scintilla che può provocare un cortocircuito. Un cortocircuito che scollega dalla vita”. Quando le crisi si scoprono essere dovute a un tumore cerebrale (un astrocitoma), la ragazza viene sottoposta a un intervento di radiochirurgia stereotassica, il cui successo si potrà stabilire solo dopo 18 mesi, durante i quali la vita va avanti. O per lo meno, la vita degli altri, perché per Élodie – che deve fare i conti con la disgregazione del proprio Io data dalla perdita della memoria – il tempo della malattia assume contorni sfuggevoli. La ragazza ha l’impressione che gli eventi di cui si parla siano accaduti appena l’anno precedente, e quando le persone si informano su cosa abbia fatto in “tutto questo tempo” l’unica risposta che riesce a darsi è: “Ho dormito molto. Sono stata abbastanza malata. Dormo ancora molto…”. Le parole le sfuggono, così come i loro significati, ed ecco allora che la scrittura e il disegno le vengono in soccorso: annota tutto quello che le dice il neurologo e comincia a disegnare (“Disegno quello che non capisco. Tutto quello che non so esprimere a parole”), gli stessi mezzi che utilizza 15 anni dopo per fissare il ricordo della sua esperienza. Si hanno così due temporalità intrecciate: il racconto della Élodie di oggi – guarita – che interroga chi le è stato accanto (i suoi genitori, sua sorella) da un lato, e i disegni che ci parlano dal passato e che spalancano la porta dell’abisso in cui la ragazza era precipitata, dall’altro. Sono disegni dotati di una forza straordinaria, estremamente espressivi del totale stravolgimento che ha subito la vita di Élodie e del suo senso di assoluto smarrimento nel non riconoscersi più.
La parentesi è un romanzo grafico commovente e coraggioso, in cui il tema dell’identità si intreccia ad alcuni dei topoi più tradizionali delle patografie: il rapporto con il personale sanitario e con la malattia, dall’iniziale negazione, passando per l’umiliazione di non avere più il controllo del proprio corpo, fino all’accettazione di una diagnosi cronica e delle terapie e gli effetti collaterali che comporta. La necessità di confrontarsi con gli altri per ricostruire il proprio passato lascia inoltre spazio alla narrazione dell’esperienza dei caregiver, in particolare quella della madre, onnipresente nei ricordi frammentari della ragazza come punto di riferimento a cui aggrapparsi quando il mondo intorno – e dentro – di lei va in frantumi.