“Tutta sola al centro della terra”, Zoe Thorogood, trad. di Caterina Marietti, Bao Publishing, 2024, 192 p. a colori e in scala di grigi, cartonato, € 22

“Sono una narratrice, è così che riesco a dare un senso al mondo attorno a me. Ma non sono mai riuscita a dare un senso a me stessa, ed è per questo che siamo qui”. Nel luglio del 2021, Thorogood inizia a lavorare al graphic novel che seguirà i successivi sei mesi della sua vita, in attesa di vedere cosa il futuro ha in serbo per lei. Tra vecchie amicizie, vacanze in famiglia, fiere del fumetto, relazioni fallimentari e qualche soddisfazione lavorativa, entriamo nel mondo di Zoe anzi, delle varie Zoe che affollano la pagina: dall’adolescente bullizzata alla giovane artista, passando per tutta una serie di personalità del presente e del passato che interagiscono tra loro andando a delineare il ritratto corale di un’esistenza condizionata dalla depressione suicida (personificata in un’ombra in stile Studio Ghibli che accompagna Zoe nelle varie fasi della vita). Su questa trama tutto sommato ordinaria si innesta lo straordinario lavoro artistico di Thorogood, il cui stile grafico estremamente vario e curato – che si modifica di tavola in tavola per adattarsi alle emozioni della protagonista –, unito alle riflessioni metanarrative – per esempio sul rapporto tra realtà e finzione nella rappresentazione autobiografica – dona al lettore un fumetto che è un pugno nello stomaco per la sincerità disarmante e il piglio ironico con cui affronta il tema della malattia mentale senza tralasciare nulla, nemmeno i momenti più bui e umilianti della vita. La narrazione non scorre in modo fluido, tutt’altro, subisce avanzamenti e interruzioni e addirittura ricomincia da capo, riflettendo quanto possa essere caotica la vita, che oscilla tra momenti in cui ci si sente sopraffatti dalle emozioni e altri dominati dal vuoto e dall’apatia. L’obiettivo è mostrare un’esistenza fra tante e non dare consigli o pontificare, come testimonia la mancanza di una vera e propria chiusura finale data dall’interruzione, volutamente accidentale, del monologo della protagonista proprio nel momento in cui si accinge a svelarci cosa ha imparato durante la stesura di quest’opera.
Zoe Thorogood, classe 1998, è un’artista britannica che nel 2023 è stata nominata per cinque Eisner Awards e ha ricevuto il Russ Manning Promising Newcomer Award. In italiano è uscito anche il suo primo graphic novel, Gli ultimi giorni di luce di Billie Scott, per Feltrinelli Comics (2022).