“Giù le zampe”, Gato Fernandez, ComicOut Edizioni, 112 pagine a colori, brossura, € 16,90

“Giù le zampe”, Gato Fernandez, ComicOut Edizioni, 112 pagine a colori, brossura, € 16,90

Quando il fumetto diventa terapia, arriva a trascendere i limiti del “genere”. Per esempio, a proposito di Graphic Journalism, quanti autori sarebbero capaci di vivere in prima persona traumi come la segregazione o l’abuso sessuale? È quasi insostenibile la lettura di “Il colpo dello scarafaggio” – questo, il titolo originale del fumetto scritto e disegnato dall’autrice argentina Gato Fernandez. Il ritratto di famiglia in un inferno che, come da inveterata tradizione del realismo magico, traduce vissuti troppo orribili da riprodurre direttamente su carta in metafore visive ora scioccanti, ora drammatiche, ora velate d’ironia. Come nell’indimenticabile “Eternauta” di Oesterheld e Solano Lopez, nel libro l’orrore s’incarna in un gigantesco insetto: come a dire che la violenza, la prevaricazione, l’abuso sono compiutamente rappresentabili solo attraverso il linguaggio degli archetipi. Ma come confessa l’autrice nella postfazione che conclude il volume, “il bisogno di parlare ad alta voce è ancora più forte di tutti i mostri, quelli che mi alitano sempre sul collo».

“Non è te che aspettavo”, Fabien Toulmé, Bao Publishing, 256 pagine a colori, cartonato, € 20,00

“Non è te che aspettavo”, Fabien Toulmé, Bao Publishing, 256 pagine a colori, cartonato, € 20,00

“Mongoloide”: lo stigma sociale associato alla trisomia 21, in un insulto che in altri tempi pesava quanto una sentenza. Le statistiche dicono che la sindrome di Down, in media, colpisce un bambino su oltre un migliaio. Ma a incidere sulle statistiche sono molte varianti: l’età della madre, l’essere portatori della traslocazione genetica associata alla malattia. O più semplicemente, il caso: quella “lotteria al contrario” che cambia per sempre la vita di Fabien e Patricia, protagonisti del fumetto d’esordio autobiografico del quarantaduenne autore unico di Orléans. La storia è quella di una famiglia e del difficile confronto di papà, mamma e primogenita con una sorellina down. Se il limite della storia è quello di un punto di vista tutto “al maschile”, il suo maggior pregio è quello dell’attenzione minuziosa ai dettagli, sia quelli scientifici, sia quelli aneddotici ed emotivi – forse, un portato della formazione prettamente scientifica dello sceneggiatore e disegnatore. Un toccante e ironico “diario di viaggio” nei territori sconosciuti di una patologia il cui lato più temibile sono i luoghi comuni.