“Stitches: ventinove punti”, David Small, trad. di Marco Bertoli, Rizzoli Lizard, 2010, 335 pagine in b/n, brossura, € 19,90

“Stitches: ventinove punti”, David Small, trad. di Marco Bertoli, Rizzoli Lizard, 2010, 335 pagine in b/n, brossura, € 19,90

Detroit, Anni ’50: un bambino che disegna sdraiato per terra, la madre che cucina nella stanza accanto, il fratello in soffitta che suona il tamburo, tutti in attesa che il padre torni dal lavoro. Una famiglia come tante, se non fosse per quel “guscio di silenzio e risentimento” che aleggia tra le mura domestiche, e per la salute cagionevole del piccolo David. Ma il padre è medico, e si occupa dei suoi problemi respiratori sottoponendolo a una terapia radiante. Anni dopo, quelle radiazioni saranno la causa di un cancro per cui il ragazzo subirà l’asportazione della tiroide e di una delle corde vocali, senza però essere messo al corrente della diagnosi. Condannato al silenzio e per questo escluso dalle relazioni sociali, David riuscirà a riprendere in mano la sua vita e deciderà di fare dell’espressione artistica la sua nuova voce. A metà tra il romanzo di formazione e la saga familiare, Stiches è un racconto cupo e drammatico, un horror raccontato in forma di fiaba (molti sono i riferimenti ad Alice nel paese delle meraviglie), che rende con parole taglienti e disegni espressivi e a tratti poetici la crudeltà e l’indifferenza di una coppia di adulti troppo concentrati su sé stessi per prendersi cura di un bambino. Lettori e lettrici sono trasportati in un mondo in cui, paradossalmente, la cruda realtà dei fatti è più assurda dell’universo di fantasie infantili e incubi allucinati del piccolo David, il quale, grazie anche all’aiuto di uno psicoterapeuta, sceglie di non rispondere alla chiamata della follia e intraprende un cammino di guarigione.

“La vita inattesa”, AA. VV., Rizzoli Lizard, 2014, 128 pagine a colori, brossura, € 15

“La vita inattesa”, AA. VV., Rizzoli Lizard, 2014, 128 pagine a colori, brossura, € 15

I malati sono libri. Che chiedono di essere letti con passione, perché animati dalla voglia di confidare al mondo oscurità e speranze di una vita inattesa. In attesa di essere ascoltata”. Sono queste parole di Edoardo Rosati che ci introducono alle dieci storie raccolte nel volume nato dal progetto “Viverla Tutta”, Campagna di Comunicazione e Impegno Sociale promossa da Pfizer e che ha raccolto oltre 4.000 testimonianze di malattia. Si va da patologie più note, come la sordità, l’Alzheimer e diversi tipi di cancro (seno, pancreas, cervello, sangue), ad altre meno note, come il morbo di Addison, la Paralisi Sopranucleare Progressiva e la Sindrome di Behçet. Ne La vita inattesa si intrecciano storie di persone, malate o caregiver, che ci fanno dono della loro esperienza. Sono storie che un po’ fanno paura – perché ci ricordano che potrebbe succedere anche a noi – ma riescono anche a far sorridere, a tratti, e soprattutto ci commuovono per l’umanità che racchiudono, per la consapevolezza della fragilità delle nostre vite. Il racconto di queste dieci esistenze è affidato alla penna di Micol Beltramini, Tito Faraci e Alessandro Q. Ferrari, e ai disegni di Paolo Bacilieri, Nate Powell, Giuseppe Palumbo, Silvia Ziche, Laura Scarpa, Vincenzo Filosa, Marco Corona, Thomas Campi, Tuono Pettinato e Massimo Carnevale.

“È solo endometriosi”, Fanny Robin e MaY Fait Des Gribouillis, Becco Giallo, 2022, 117 pagine, bicromia, brossura, € 18

“È solo endometriosi”, Fanny Robin e MaY Fait Des Gribouillis, Becco Giallo, 2022, 117 pagine, bicromia, brossura, € 18

NON È NELLA MIA TESTA, MA NEL MIO UTERO, CAZZO!!!” è l’urlo liberatorio di una delle protagoniste di questa raccolta di brevissime storie a fumetti quando finalmente il referto del laboratorio analisi attesta nero su bianco che ha un’endometriosi profonda. Nel caso di questa malattia, infatti, già ottenere una diagnosi è un successo che spesso arriva solo dopo anni di pellegrinaggi da uno specialista all’altro; anni in cui la donna sente sminuire il proprio dolore da parte di una società che la etichetta come lamentosa, depressa o scansafatiche. A questo punto inizia il lungo percorso per trovare una cura, raramente risolutiva, che troppe volte richiede di pagare un prezzo molto alto in termini di effetti collaterali (si pensi alla menopausa precoce: calo della libido, aumento di peso, il dover rinunciare ad avere figli). Sintomi e terapie che hanno un forte impatto anche sulla vita sociale della donna: le frequenti assenze dal lavoro per malattia, la difficoltà di mantenere rapporti con le proprie amicizie a causa della spossatezza, le ricadute sulla vita sessuale che possono minare il benessere di coppia. Fanny e MaY riportano episodi della loro esperienza con sincerità e umorismo, ma soprattutto con grande delicatezza nel sottolineare che il vissuto di ogni donna è diverso; è diversa in primis l’esperienza della malattia (e non si vince un premio se si prova più dolore delle altre), il rapporto che si ha con essa (del tutto personale e non giudicabile), e i compromessi che si è disposte ad accettare nel percorso di cura. Grazie a questo approccio, leggero ma mai superficiale, la lettura scorre veloce tra infinite visite mediche ed esami diagnostici (la cui ripetizione con variazione crea quasi un effetto di dejà-vu), inconvenienti imbarazzanti che costellano la quotidianità di un’endometriosica (uno su tutti: la gestione di un intestino capriccioso), consigli per affrontare i ricoveri in ospedale, momenti di ilarità in compagnia di partner e amiche, rapporti difficili con chi dovrebbe avere cura di noi e ascoltare le nostre esigenze. Con questo fumetto Fanny e MaY ci aiutano a ricordare che non è mai “solo endometriosi”, c’è tutta una persona intorno.


“Anestesia”, Fumettibrutti, Feltrinelli Comics, 2020, 135 pagine, bicromia, brossura, € 16


“Anestesia”, Fumettibrutti, Feltrinelli Comics, 2020, 135 pagine, bicromia, brossura, € 16

Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, racconta il culmine del suo percorso di transizione in un romanzo grafico in cui si mette totalmente a nudo di fronte a lettori e lettrici. Raggiunta la piena consapevolezza di sé, dopo un’adolescenza travagliata, Yole affronta con determinazione il cambiamento, sia legale, con le udienze per il cambio del nome sui documenti; sia fisico, attraverso gli interventi di mastoplastica e vaginoplastica; sia geografico, con la partenza dalla Sicilia per stabilirsi a Bologna e iniziare gli studi di Fumetto in Accademia. Le pagine che raccontano l’esperienza della chirurgia, significativamente posta al centro del volume a fare da cesura tra vecchio e nuovo, sono le più crude (“Ma che pretendeva? Una figa fatta con la mutua… ringrazia che è viva!”) ed offrono una testimonianza, a tratti allucinata, del ricovero in ospedale e dei problemi che un’operazione di questo genere può comportare. Ma sopravvivere all’intervento è solo una delle tante prove che Yole deve affrontare: deve liberarsi da una relazione tossica; sopportare tutte le discriminazioni da parte di legali, personale sanitario e uomini in generale (già subite come persona trans, ma rincarate dopo la transizione allo status di donna); trovare il modo di mantenersi lavorando in un night club dopo aver perso la borsa studio…Lei supera tutti gli ostacoli con grande coraggio, con l’obiettivo di lasciarsi completamente alle spalle la vecchia vita e il vecchio corpo, per scoprire alla fine che forse rinunciare a una parte così importante di noi non è la scelta migliore, e che è possibile trovare amicizie sincere pronte ad accogliere quello che siamo nella nostra unicità e interezza. Per non limitarsi a sopravvivere ma vivere per davvero. Anestesia è il terzo capitolo della “Trilogia esplicita”, preceduto da Romanzo esplicito e P. La mia adolescenza trans; dal 2023 è anche disponibile un volume che raccoglie tutti gli episodi in formato tascabile.

“Il cancro mi ha reso più frivola: una testimonianza a fumetti”, Miriam Engelberg, TEA, 2007, 114 pagine b/n, brossura, € 9

“Il cancro mi ha reso più frivola: una testimonianza a fumetti”, Miriam Engelberg, TEA, 2007, 114 pagine b/n, brossura, € 9

“Si dice che la sofferenza riveli la parte vera del carattere, e fu evidente allora che non sarei mai stata il tipo eroico di malata di cancro ritratto in tanti spettacoli e film”. Acquisita questa consapevolezza, mentre è ancora in attesa di sapere se il suo tumore sia maligno o meno, Engelberg prende carta e penna e inizia a disegnare il suo tipo di malata di cancro: una persona che di fronte al dolore e alla paura non reagisce con stoico eroismo, bensì con spiazzante umorismo. Con spaventosa onestà, Miriam ci permette di seguire il suo percorso, che come quello della maggior parte dei malati oncologici prevede esami radiodiagnostici, biopsie, chirurgie, chemioterapie, follow-up e purtroppo a volte anche recidive e metastasi. Da una parte la sua testimonianza è un pugno nello stomaco, perché ogni pagina ci parla di una persona che alla fine di cancro è morta, e contemporaneamente e inaspettatamente ci fa ridere proprio nei momenti più tragici. Miriam si paragona spesso alle persone coraggiose, quelle che affrontano il cancro a testa alta mentre lei si rifugia nelle parole crociate alla fine della guida TV e in un suo gruppo di supporto che la aiuti a sentirsi meno inadeguata rispetto al vero gruppo di supporto. E così facendo ci ricorda che esistono diversi tipi di coraggio, incluso quello di rimanere fedeli a sé stesse durante la malattia. Anche se vuol dire essere frivole.

“La gabbia”, Silvia Ziche, Feltrinelli Comics, 2022, 144 pagine, b/n, brossura, € 17

“La gabbia”, Silvia Ziche, Feltrinelli Comics, 2022, 144 pagine, b/n, brossura, € 17

“Il problema, se stai sulle palle a tua madre, è che poi pensi di stare sulle palle a tutti. Anche alla tua psicoterapeuta. Una vita da persona fastidiosa”. Questo è ciò che pensa di sé Serena, protagonista – insieme alla madre-neo-morta Letizia e alla figlia-mai-nata Gaia – dell’ultimo lavoro di Silvia Ziche, nota al grande pubblico come autrice disneyana e creatrice del personaggio di Lucrezia. In questo graphic novel premiato al Napoli Comicon 2023 come Miglior Fumetto, invece, Ziche prende spunto dalla sua vicenda personale per raccontare il difficile rapporto madre/figlia senza abbandonare la vena umoristica e l’arguzia che la contraddistinguono. Ecco che allora Letizia, che in passato ha trascurato la figlia, ora che ha una vita (eterna) davanti a sé decide di installarsi nella sua testa e fare un po’ di ordine, smuovendo in Serena i dolorosi ricordi di un’infanzia trascorsa accanto a una madre depressa e fornendo lo spunto per una serie di riflessioni sulla maternità, le relazioni amorose, la catena di dolore e fatica di tutte le donne che ci hanno preceduto e che in qualche modo ereditiamo. Riuscirà Serena a spezzare la catena e uscire dalla gabbia, liberandosi dei sensi di colpa, della tendenza al vittimismo e, soprattutto, della presenza ingombrante di sua madre? La gabbia è un fumetto che commuove e fa ridere, che spinge a guardare al di là di quello che conosciamo delle persone (chissà che anche a noi in futuro non sia dato di scoprire qualche inaspettato lato segreto di nostra madre!), con un velato tocco macabro sublimato nella foto che chiude il volume.

“Lucille degli Acholi”, Ilaria Ferramosca e Chiara Abastanotti, Il Castoro, 2022, 192 pagine a colori, brossura, € 16,50.

“Lucille degli Acholi”, Ilaria Ferramosca e Chiara Abastanotti, Il Castoro, 2022, 192 pagine a colori, brossura, € 16,50.

Lucille Teasdale è una bambina canadese che da grande vuole fare il medico missionario, ma siamo negli anni Quaranta e non è un sogno così comune per una donna. Lucille, però, è molto determinata, e con il supporto del padre intraprende gli studi all’Università di Montreal. Lì conosce il suo futuro marito, il medico italiano Piero Corti, con cui si stabilisce a Lacor, in Uganda, dove c’è un piccolo ospedale di suore comboniane che grazie al loro incessante lavoro diventa un centro di eccellenza sia per le cure sia per la formazione di nuovi medici e personale sanitario locale. Il racconto segue la vita di Lucille, intrecciando le sfide personali dell’essere una chirurga e una madre e in seguito anche una paziente (contrarrà il virus dell’HIV durante un’operazione), a quelle di ordine socio-culturale, dovute al conflitto tra medicina occidentale e tradizionale, e storico-politico, con le grandi tensioni scaturite quando l’Uganda passa da protettorato inglese a Paese indipendente in cui si instaura una dittatura militare, a cui fa seguito una sanguinosa guerra civile. Lucille non smette mai di difendere il suo ospedale e i suoi pazienti, ed è anche grazie alla sua determinazione che il Saint Mary’s Hospital – Lacor chiuderà solo per un breve periodo, continuando a fornire assistenza alla popolazione locale.
Lucille, infine, è la figura che ispira la giovane Atim Miriam Milani, italiana afrodiscendente, a studiare medicina e trasferirsi in Uganda per la specializzazione; è alla sua voce che è affidata la narrazione della storia di questa grande donna.

“La parentesi”, Élodie Durand, Coconino Press Fandango, 2011, 222 pagine b/n, brossura, € 17,50.

“La parentesi”, Élodie Durand, Coconino Press Fandango, 2011, 222 pagine b/n, brossura, € 17,50.

Com’è perdere se stesse, dimenticare interi anni della propria vita, non essere più in grado di compiere in autonomia i gesti più elementari e le operazioni mentali più semplici? Associamo questi sintomi a patologie dell’età avanzata, come demenza senile o morbo di Alzheimer, ma Élodie ha solo 21 anni quando comincia a soffrire di crisi epilettiche, di cui al risveglio non ricorda nulla. “Dicono che l’epilessia sia come una scintilla che può provocare un cortocircuito. Un cortocircuito che scollega dalla vita”. Quando le crisi si scoprono essere dovute a un tumore cerebrale (un astrocitoma), la ragazza viene sottoposta a un intervento di radiochirurgia stereotassica, il cui successo si potrà stabilire solo dopo 18 mesi, durante i quali la vita va avanti. O per lo meno, la vita degli altri, perché per Élodie – che deve fare i conti con la disgregazione del proprio Io data dalla perdita della memoria – il tempo della malattia assume contorni sfuggevoli. La ragazza ha l’impressione che gli eventi di cui si parla siano accaduti appena l’anno precedente, e quando le persone si informano su cosa abbia fatto in “tutto questo tempo” l’unica risposta che riesce a darsi è: “Ho dormito molto. Sono stata abbastanza malata. Dormo ancora molto…”. Le parole le sfuggono, così come i loro significati, ed ecco allora che la scrittura e il disegno le vengono in soccorso: annota tutto quello che le dice il neurologo e comincia a disegnare (“Disegno quello che non capisco. Tutto quello che non so esprimere a parole”), gli stessi mezzi che utilizza 15 anni dopo per fissare il ricordo della sua esperienza. Si hanno così due temporalità intrecciate: il racconto della Élodie di oggi – guarita – che interroga chi le è stato accanto (i suoi genitori, sua sorella) da un lato, e i disegni che ci parlano dal passato e che spalancano la porta dell’abisso in cui la ragazza era precipitata, dall’altro. Sono disegni dotati di una forza straordinaria, estremamente espressivi del totale stravolgimento che ha subito la vita di Élodie e del suo senso di assoluto smarrimento nel non riconoscersi più.
La parentesi è un romanzo grafico commovente e coraggioso, in cui il tema dell’identità si intreccia ad alcuni dei topoi più tradizionali delle patografie: il rapporto con il personale sanitario e con la malattia, dall’iniziale negazione, passando per l’umiliazione di non avere più il controllo del proprio corpo, fino all’accettazione di una diagnosi cronica e delle terapie e gli effetti collaterali che comporta. La necessità di confrontarsi con gli altri per ricostruire il proprio passato lascia inoltre spazio alla narrazione dell’esperienza dei caregiver, in particolare quella della madre, onnipresente nei ricordi frammentari della ragazza come punto di riferimento a cui aggrapparsi quando il mondo intorno – e dentro – di lei va in frantumi.

“I Nuovi Noi”, Andrea Voglino e Ariel Vittori, Elma Research per Chiesi Farmaceutici, 2020, 48 pagine, colori, brossurato, distr. gratuita

“I Nuovi Noi”, Andrea Voglino e Ariel Vittori, Elma Research per Chiesi Farmaceutici, 2020, 48 pagine, colori, brossurato, distr. gratuita

Sono secoli che l’essere umano è affascinato dalla possibilità di trasferire organi sani in persone malate per salvarle da patologie terminali. Oggi che questo è finalmente possibile, nell’immaginario comune spesso tutto finisce lì, il giorno della chirurgia: ci si sveglia con un cuore nuovo e si è magicamente guariti. Tutti abbiamo sentito parlare del rigetto, ma che cosa succede davvero dopo il trapianto? Quali sfide devono affrontare le persone che hanno ricevuto in dono un organo? In questo fumetto, pensato per accompagnare i pazienti nella loro nuova vita, la narrazione è lasciata proprio ad alcuni di loro. Luca, un fumettista trapiantato di rene da ormai un anno, e Gabriella, che il suo nuovo fegato l’ha ricevuto da poco e ancora fatica a districarsi tra visite ed esami di follow-up, terapie da seguire scrupolosamente e un nuovo stile di vita molto rigoroso che a volte può far sentire in gabbia. Certo al loro fianco ci sono i coordinatori clinici e i medici, molto disponibili ma anche un po’ opprimenti con tutti quei termini tecnici e tutte quelle regole calate dall’alto (molto suggestiva, a questo proposito, l’inquadratura di Gabriella in ambulatorio quasi schiacciata dalle nuvolette che contengono il fiume di parole del suo curante). Quello che questa storia ci insegna, oltre a rispondere ai dubbi più comuni dei neotrapiantati e a fornire indicazioni utili sulla gestione delle terapie, è che condividere le proprie paure, fatiche e speranze con chi sta affrontando lo stesso percorso può fare la differenza, e che i pazienti più esperti possono essere un grande supporto per i neofiti, anche solo scambiando con loro quattro chiacchiere in sala d’attesa. I nuovi noi, stampato con una tiratura iniziale di 10.000 copie, al momento è in distribuzione presso i Centri Trapianto ma sarà presto disponibile per il download su www.eroianonimi.it. I suoi autori hanno recentemente pubblicato per Tunué il romanzo grafico Un nido di nebbia (2022), dedicato al tema dell’adozione.

“Ho trovato il mio posto nel mondo”, Jenny Jordahl, Sonda, 2021, 208 pagine, colori, cartonato, € 18

“Ho trovato il mio posto nel mondo”, Jenny Jordahl, Sonda, 2021, 208 pagine, colori, cartonato, € 18

Accettare il proprio corpo, crescere, creare relazioni interpersonali: tutte queste cose sono al centro di questo romanzo grafico vincitore del premio Brage, importante riconoscimento letterario norvegese, nella sezione ragazzi. Ma la storia di Jenne è universale, adatta a tutte le persone di ogni età che sono ancora alla ricerca del “proprio posto nel mondo”. Le tavole, caratterizzate da un tratto chiaro, immediato, ricco ed essenziale allo stesso tempo, permettono di immedesimarsi nelle emozioni e nei sentimenti della protagonista. Una lettura adatta per ragazze e ragazzi a partire dalla scuola media, che non potranno fare altro che riconoscersi nelle paure di Jenna e nel trovare nel cibo un rifugio, ma che grazie al suo esempio capiranno che è possibile scoprire il proprio modo di stare bene e fidarsi delle altre persone.