“Radiation house”, serie, Tomohiro Yokomaku e Taishi Mori, J-Pop, ca. 200 pagine in b/n, brossura, € 6,50 a volume

“Radiation house”, serie, Tomohiro Yokomaku e Taishi Mori, J-Pop, ca. 200 pagine in b/n, brossura, € 6,50 a volume

Medical manga ambientato al Policlinico Amakasu, segue le storie di medici e tecnici del reparto di radiologia. La narrazione è strutturata per episodi, ciascuno con al centro un caso clinico da risolvere che di volta in volta permette di approfondire meglio la personalità di ciascuno dei componenti dell’équipe e le diverse tecniche di diagnostica per immagini, da quelle più note, come mammografia, TC e risonanza magnetica, ad ambiti meno conosciuti, come l’autopsia virtuale e la radiologia interventistica. Al centro della vicenda c’è l’evoluzione della relazione tra i due protagonisti, il brillante TSRM Iori Igarashi e la Dr.ssa An Amakasu (figlia dell’ex direttore sanitario), legati da una promessa d’infanzia. Attorno a loro ruota un complesso sistema di rapporti interpersonali e intrecci amorosi tra colleghi che si sviluppa fuori e dentro l’ospedale, ma ampio spazio viene dato alle storie di vita dei pazienti, alle loro paure (per esempio riguardo la pericolosità delle radiazioni) e speranze, e all’impatto fisico e soprattutto emotivo della malattia.
Radiation House offre una lettura leggera e piacevole che allo stesso tempo può essere d’aiuto a coloro che devono sottoporsi a indagini radiologiche. Permette infatti di familiarizzare con questi esami sia attraverso le spiegazioni fornite, sia attraverso i disegni che riproducono scrupolosamente i macchinari utilizzati e la tipologia di immagini che si ottiene con ciascuna tecnica.

“Cheese”, Zuzu, Coconino Press, 2019, 272 pagine in b/n, brossura, 18 €

“Cheese”, Zuzu, Coconino Press, 2019, 272 pagine in b/n, brossura, 18 €

Tre inseparabili amici di Salerno rotolano giù per la montagna di un piccolo paese del Trentino all’inseguimento di una forma di formaggio. Può sembrare un’avventura come tante se ne vivono durante l’adolescenza ma per Zuzu, Riccardo e Dario questo viaggio è molto di più. È il coronamento di un’amicizia che dà loro il coraggio di prendere in mano la propria vita e abbracciare quello che si è: la voglia di Dario partire per l’Inghilterra per frequentare l’università, la rivelazione dell’omosessualità di Riccardo, ma soprattutto l’inizio dell’accettazione di un corpo femminile a cui per mesi si è fatta la lotta.
Cheese, infatti, è anche la storia di una ragazza e del suo disturbo alimentare, in una società che impone un canone di bellezza irrealistico per la maggior parte delle persone. “Le due protagoniste sono perfette, cazzo, hanno un corpo ideale… Non so se mi spiego” dice Rocco, il ragazzo per cui Zuzu ha una cotta, commentando La vita di Adele. E da quel momento lei si vede deforme, e la deformità invade il fumetto sfociando in disegni di donne il cui il grasso si protende nell’aria come i rami di un albero, mentre altre invece sono tutte scheletro e intestino, un intestino mostruoso che prende il sopravvento e divora, oltre a grandi quantità di cibo spazzatura, la vita stessa di Zuzu. La narrazione è inframmezzata dai dialoghi interni della protagonista (“sono infelice, sono responsabile”), che cerca di avere il pieno controllo sul proprio corpo ma non fa che soccombere alla sua fisicità: al vomito che a un certo punto invade la casa e la pagina, alla pelle che le fa male dappertutto, all’intrinseca mancanza di purezza e leggerezza di un corpo che, come un frutto marcio, con il suo peso la schiaccia verso terra impedendole di volare.
Il romanzo grafico d’esordio di Giulia Spagnulo ci trasporta in un’età in cui capita di sentirsi fuori posto, tra lavoretti sottopagati, sogni che pare resteranno per sempre nel cassetto, pene d’amore e una sofferenza che può scavarci dentro; e il lieto fine non nega che in futuro ci saranno ancora delle difficoltà da affrontare, ma in quel momento Dario, Riccardo e Zuzu ricordano tanto i giovani partigiani della poesia di Calvino: “Scalzi e laceri eppure felici”.

“Mia sorella è pazza”, Iris Biasio, Rizzoli Lizard, 2022, 208 pagine a colori, brossura, € 17,50

“Mia sorella è pazza”, Iris Biasio, Rizzoli Lizard, 2022, 208 pagine a colori, brossura, € 17,50

Rita e Francesca sono due giovani sorelle. Rita è sempre stata un po’ strana ma suo marito, un talentuoso pittore, la ama anche per questo. Fino al giorno in cui scivola e batte la testa, morendo sul colpo. Nel tentativo di distrarla dalla tragedia, Francesca la porta a fare un pic-nic, durante il quale Rita si allontana nel bosco per fare pipì. Viene ritrovata mezz’ora dopo in stato confusionale. La cartella clinica del Pronto Soccorso riporta: “emorragia vaginale sospetta violenza sessuale stato shock no altre lesioni visibili”. Da quel momento, Rita non parla più, anche se sembra serena. Francesca si sobbarca la retta di un istituto psichiatrico, ma gli anni passano e non sembrano esserci progressi. Finché un giorno, durante la consueta visita, si taglia sbucciandole una mela e il sorriso che sua sorella ha mantenuto così a lungo si trasforma in un ghigno minaccioso. Cos’è successo davvero quel giorno nel bosco? Cosa sanno gli altri pazienti che Francesca e i dottori non riescono a vedere? C’è forse una spiegazione all’amenorrea di Rita? Fino a che punto può spingersi la mente umana pur di non elaborare un lutto?
Pur essendo principalmente un racconto di formazione più che un fumetto a tema medico, Mia sorella è pazza affronta in modo onesto e non banale molte tematiche nell’ambito della salute mentale. Particolarmente mirabili, e intense, sono le pagine che illustrano l’episodio di scompenso psicotico acuto di Rita, e che sveleranno al lettore il mistero celato dietro il suo sorriso.

“Sindrome Italia: storia delle nostre badanti”, Tiziana Francesca Vaccaro e Elena Mistrello, BeccoGiallo, 2021, 160 pagine a colori, brossura, €19

“Sindrome Italia: storia delle nostre badanti”, Tiziana Francesca Vaccaro e Elena Mistrello, BeccoGiallo, 2021, 160 pagine a colori, brossura, €19

Iasi, Romania, 2005. Valisica è una giovane donna come tante, due figli piccoli, un marito alcolista, un lavoro in fabbrica per mantenere la famiglia. Ma i soldi non bastano mai e la gente in paese racconta cose mirabolanti dell’Italia, di quanto sia facile trovare un impiego e di tutti i risparmi che si possono mettere da parte. In fondo, si tratta solo di stare via qualche anno. Così Vasilica parte: Palermo, Milano, Marilisa, Liliana… due città, quattro signore, dieci anni di vita lontana dai suoi figli. A loro ormai grandi scrive: “Lasciarvi per me è stato… ero diventata… Non lo so, ma da quel giorno ho iniziato a chiedermi: ma io a casa servo? Non sono più mamma, non sono più donna… che cosa sono? Chi sono?”. Vasilica è un anfibio, sospesa tra terra e acqua, tra Italia e Romania, tra passato e futuro senza mai riuscire a vivere il presente. Una telefonata dei figli, ormai ventenni, e finalmente decide di tornare a casa, nella sua casa nuova, costruita con i frutti del suo lavoro come badante. Purtroppo, però, questo momento tanto atteso non porta la gioia sperata.
Iasi, Romania, 2016. Un anno dopo il suo ritorno, ritroviamo Vasilica diretta verso l’aeroporto, pronta a ripartire: ha deciso di provare a smettere di vivere con l’acqua alla gola. Una nuova vita l’aspetta a Portsmouth con il suo compagno.
Il fumetto è rilasciato con licenza creative commons; nella postfazione si possono trovare tutti i dettagli sulla genesi dell’opera in primis come progetto sociale per avvicinare donne romene e italiane, chi cura e chi affida i propri cari alle loro cure. Per approfondire il discorso sulla Sindrome Italia e sui cosiddetti “orfani bianchi”, ecco il link a un reportage dalla città di Iasi.

“La bàla d’oro-una fantastica storia di baskin”, Sira Miola, Nicola Piotto, Ente Italiano Sport Inclusivi, 2022, 54 pagine a colori, brossura

“La bàla d’oro-una fantastica storia di baskin”, Sira Miola, Nicola Piotto, Ente Italiano Sport Inclusivi, 2022, 54 pagine a colori, brossura

Unire basket, disabiltà e fumetti: ecco l’idea alla base dell’agile fascicolo scritto da Siria Miola e disegnato da Nicola Piotto, titolare di un podio al concorso “Disegna a fumetti la carta etica dello sport veneto” ed. 2021. Nato a Cremona, il baskin è uno sport inclusivo per eccellenza grazie all’idea di portare sul classico parquet della pallacanestro squadre formate da giocatori con diverse abilità fisiche e mentali. Oltre alle “classiche” dinamiche della palla arancione, la disciplina prevede una serie di regole aggiuntive pensate per unire atleti di ogni genere, ordine e grado. Da qui la necessità di un manuale “di pronto uso”, facile e piacevole da leggere oltre che esauriente ed esaustivo. Logico che la scelta del linguaggio ideale per unire questi ambiti fosse quello del fumetto, nella forma di una curiosa “fiaba fantasy” di ambientazione medievale. Come spiega Michele Ginevra nell’introduzione al volumetto,  “Non solo belle idee, ma anche bei disegni. Semplici da leggere ma non per questo banali graficamente. L’espressività e le movenze dei personaggi, i dettagli simpatici, le fisionomie ben costruite. E poi una logica narrativa che porta il lettore a vivere con emozione il racconto di questo sport”. Per richiedere una copia del fascicolo e fare consapevolezza, basta andare sul sito ufficiale della disciplina.

“Marbles: io, Michelangelo e il disturbo bipolare”, Ellen Forney, trad. di Micol Beltramini, Edizioni BD, 2014, 256 pagine b/n, brossura, € 18

“Marbles: io, Michelangelo e il disturbo bipolare”, Ellen Forney, trad. di Micol Beltramini, Edizioni BD, 2014, 256 pagine b/n, brossura, € 18

Alla soglia dei trent’anni Ellen ha un nuovo tatuaggio sulla schiena, una carriera da cartoonist ben avviata, un nutrito gruppo di amici e una famiglia che la sostiene. Quello che ancora non sa è che ha anche un disturbo bipolare, di tipo 1. Per una che lavora nel campo dell’arte, ritrovarsi ammessa di diritto al prestigioso Club Van Gogh (“il vero artista è l’artista pazzo”) in compagnia di celebrità quali Sylvia Plath, Virginia Woolf e Michelangelo non sembra poi così male, per lo meno all’inizio. Ma vale davvero la pena di subire l’alternarsi di episodi maniacali e depressivi, con tutta la sofferenza che comportano, pur di non rinunciare alla propria creatività? O forse è possibile accettare (il che non significa arrendersi) una vita più stabile e trovare comunque il modo di non renderla noiosa?
In questo graphic memoir Forney ripercorre il decennio della sua vita che va dalla diagnosi al raggiungimento di un equilibrio più o meno stabile, raccontando con estrema sincerità e arguzia la lunga e tormentata ricerca della terapia farmacologica adatta a lei, l’altalena degli sbalzi d’umore che periodicamente la proiettano dall’euforia più totale alla disperazione più nera, le sessioni di psicoterapia, lo yoga, il lavoro, la vita sociale, il disegno come mezzo per mettere su carta le proprie emozioni e soprattutto la difficoltà a lasciar andare il consolidato – e per lei rassicurante – binomio “genio e sregolatezza” per poter finalmente arrivare a guardarsi allo specchio e dire: “Sto bene”.

“Quando tutto diventò blu”, Alessandro Baronciani, Bao Publishing, 2020, 120 pagine, bicromia, cartonato, € 17

“Quando tutto diventò blu”, Alessandro Baronciani, Bao Publishing, 2020, 120 pagine, bicromia, cartonato, € 17

Tempo di vacanze, una ragazza alla sua prima esperienza di immersione, il blu del mare che la avvolge e all’improvviso… la sensazione di non riuscire a respirare, il cuore in gola, un turbinio di pensieri che urlano nella sua testa, la paura che prende il sopravvento. Passano i giorni, si torna alla vita normale, ma qualcosa si è spezzato, persino la routine diventa faticosa da gestire, non ci si può fidare di sé stessi perché gli attacchi di panico arrivano quando meno ce li si aspetta: “Più di aver paura di stare male… Hai paura di avere ‘paura’. Così inizia il viaggio della protagonista alla scoperta di sé, anche questa una vera e propria immersione nel blu profondo delle emozioni e degli stati d’animo, con l’obiettivo di conoscere il “nemico” che la fa stare male e che si è portato via uno dei suoi amici, che pareva tanto più forte e determinato di lei. Il primo difficile passo è riconoscere che il male a volte è dentro di noi, che la tachicardia, la dispnea, la cefalea, l’insonnia sono tutte manifestazioni di qualcosa di più profondo. Accettarlo le permette di cercare il giusto aiuto e imparare, piano piano, a riemergere. Per avere poi la possibilità di decidere di immergersi di nuovo, nel mare e nella vita, con qualche goccina di Lexotan, gli amici e un cagnolone come salvagente.
Baronciani ci regala, con la poeticità che lo contraddistingue, una storia di rinascita e di speranza ma soprattutto la rappresentazione concreta di quanto un problema che per molti è difficile accettare come reale (“è tutto nella tua testa”) possa compromettere la vita quotidiana e le relazioni di una persona che soffre di ansia.

“Manuale di Sopravvivenza per Celiaci”, Martina V. Follador, AIC Lombardia Onlus/IED Milano, 42 pp. a colori € 10 (Webcomic gratuito per i soci AIC)

“Manuale di Sopravvivenza per Celiaci”, Martina V. Follador, AIC Lombardia Onlus/IED Milano, 42 pp. a colori € 10 (Webcomic gratuito per i soci AIC)

Skyla e la sua celiachia sono le protagoniste di questa storia che camminano assieme in diverse situazioni di vita quotidiana: dalla diagnosi alla scuola; dalla gestione dei pasti fuori casa al disagio sociale che spesso una malattia comporta. L’impalcatura ironica che sorregge il fumetto dà forma agli eventi trasformandoli in un ricco manuale a metà tra una narrazione autobiografica e una guida inclusiva anche per chi la celiachia non la conosce. Il linguaggio è accessibile e le sfumature variegate: la celiachia, infatti, si compone di un punto di vista storico, sociale-relazionale e personale, oltre che clinico.

I tanti piccoli sketch arguti e incalzanti all’interno dei diversi capitoli (Anatomia di Skyla contrassegnata da un gelato, La celiachia da una pagnotta, Il glutine dalla farina, La contaminazione da una ciambella e Il disagio sociale, ovviamente, da una pizza) rappresentano le esperienze in prima persona di Skyla che si fa portavoce di messaggi fondamentali descrivendo paure e disagi, desideri di normalità e, soprattutto, l’importanza della condivisione e dell’accettazione della sua celiachia da parte delle persone vicine.

Il Manuale di Sopravvivenza per Celiaci firmato da AIC-Associazione Italiana Celiachia, pur essendo accattivante e leggero, vanta una solidità scientifica nelle informazioni che propone, ed è utile a celiaci e non celiaci per esplorare un mondo talvolta dato per scontato e talvolta incompreso. Il suo intento è quello di avvicinare i lettori e le lettrici al vissuto di chi, in prima persona e con tanta sincerità, ha deciso di raccontarsi.  Questo fumetto è stato infatti ideato da Martina Follador, illustratrice e celiaca dall’età di 4 anni.

L’opera è a disposizione dei Soci AIC gratuitamente nella versione on line in un’area riservata del sito. Per la versione cartacea al costo di € 10 si può invece scrivere una mail a segreteria@aiclombardia.it con oggetto “Manuale di sopravvivenza”.

“Il paese delle rarità”, Michele Assante del Leccese e Mario Testa, Scuola Italiana di Comix e Centro di Coordinamento Malattie Rare Regione Campania, 2023, 26 pagine a colori

“Il paese delle rarità”, Michele Assante del Leccese e Mario Testa, Scuola Italiana di Comix e Centro di Coordinamento Malattie Rare Regione Campania, 2023, 26 pagine a colori

C’è un paese in cui le persone nate con speciali superpoteri trovano l’ascolto e il supporto che non possono ricevere altrove; dove raro non è sinonimo di caso disperato bensì di risorsa preziosa. È in questo luogo, a metà tra la fantascienza e la magia, che un papà e il suo bambino – a bordo di una macchina che ricorda la DeLorean di Ritorno al Futuro – si recano per incontrare i Dottorari, medici specializzati nel prendersi cura chi è affetto da malattie rare. Questi dottori si avvalgono della collaborazione di una serie di figure specializzate: i tecnici che rispondono a tutti i loro dubbi (Elf Line ed Elf Desk), la brillante Geniotista, il Fantacista (chiaramente un cugino del druido Panoramix), gli Psicomaghi e le Fate Madrine, che si occupano del benessere psicologico dei pazienti e dei loro familiari. Questo fumetto, realizzato con il contributo non condizionato di Chiesi Farmaceutici, è nato con l’obiettivo di spiegare ai piccoli pazienti del Centro di Coordinamento Malattie Rare, attraverso un linguaggio “immediato e coinvolgente”, come funziona questo particolare reparto e cosa aspettarsi nel percorso diagnostico e terapeutico. La scelta di presentare i bambini affetti da malattie rare come persone che hanno acquisito speciali superpoteri a causa di una mutazione genetica – con un esplicito riferimento agli X-Men – si rifà alla volontà di “educarle [le nuove generazioni] alla diversità ed alla comprensione di quanto preziosa sia l’unicità di ogni persona” per “costruire un futuro in cui i pazienti non si sentano più soli o isolati, bensì accolti da una società inclusiva e attenta”.
È possibile sfogliare Il paese delle rarità a questo link.

La cura: storia di tutti i miei tagli”, Icaro Tuttle, Becco Giallo, 2022, 108 pagine a colori, brossura, € 17

La cura: storia di tutti i miei tagli”, Icaro Tuttle, Becco Giallo, 2022, 108 pagine a colori, brossura, € 17

Una domanda si staglia in mezzo alla pagina, tracciata in bianco su fondo nero: “Quante volte hai avuto paura di non guarire mai?”. Icaro Tuttle – giovanissima autrice di origine milanese nota su Instagram – questa sensazione la conosce bene, tanto che nel suo graphic novel d’esordio ha scelto di raccontare la sua ricerca di una cura per uscire dal buio in cui era precipitata nell’adolescenza. I tagli del titolo non si riferiscono solo al cutting autolesivo, bensì sono metafora di tutti i diversi tipi di tagli che l’autrice ha operato nella sua vita alla ricerca di un nuovo equilibrio, in una sorta di “potatura faticosa, per poter far crescere i frutti nella prossima estate”. Comincia col ritagliarsi uno spazio tutto per sé e prosegue col suddividere l’esistenza in piccole incombenze quotidiane per riuscire a sopravvivere. E così via, una sforbiciata dopo l’altra: dallo spuntarsi i capelli al lasciar andare quello che poteva essere ma non è stato; dal tagliare i ponti con gli altri per rinchiudersi in un guscio protettivo al tagliare il cordone tossico che la legava al partner; dal recidere il legame con l’adolescenza per fare il proprio ingresso nella vita adulta, all’incidere una sua colonna sonora che la accompagnasse lungo la strada della guarigione. Ci dice Icaro: “La cura per me è stata quella di attraversare il bosco dei miei pensieri nodosi”. Quali rami secchi avremmo invece bisogno di tagliare noi, per guarire?