“Alice nel mondo reale: la vita dopo il cancro non è più la stessa… ma in fondo è quasi uguale”, Isabel Franc e Susanna Martín, Panini Comics, 2013, 139 pagine in bicromia, cartonato, € 18

“Alice nel mondo reale: la vita dopo il cancro non è più la stessa… ma in fondo è quasi uguale”, Isabel Franc e Susanna Martín, Panini Comics, 2013, 139 pagine in bicromia, cartonato, € 18

Quello di Alice non è un racconto autobiografico, anche se nasce dal vissuto personale dell’autrice; narra l’esperienza di tante donne, ma non di tutte. Lo scopo del fumetto non è ridurre i molteplici e infiniti modi di vivere l’esperienza di un cancro al seno per indirizzare le donne verso l’unico che si ritiene giusto, bensì raccontare uno dei molti modi in cui questa malattia può essere vissuta, con ironia, umorismo e un bello spirito combattivo. Quello di Alice è un vero e proprio inno all’autoaffermazione in un momento in cui tutti – dottoresse più o meno comprensive, (scop)amiche, fidanzate, ex-amanti, colleghe, altre pazienti, persino il suo gatto Fari ma soprattutto la Società – le dicono cosa deve fare. Alice usa la metafora del viaggio per raccontare la sua esperienza ma si mette fin da subito al timone, in cerca della sua Itaca. La conosciamo come giornalista dalla vita frenetica, la accompagniamo nel momento traumatico della diagnosi e nel successivo tour-de-force degli esami, nei giorni del ricovero, nella scelta delle terapie adiuvanti e nella difficile accettazione di dovercisi sottoporre dopo aver valutato tutte le alternative. Ma il focus del fumetto è soprattutto, come dice già il titolo, la vita dopo la malattia. E allora vediamo come, “superato l’uragano”, Alice impara ad affrontare tutte le nuove piccole sfide quotidiane con un braccio malato e zero energie; la seguiamo mentre riconquista la sua autonomia, mette a tacere – non sempre con successo – la neonata ipocondria, supera l’ansia indotta dai controlli, piano piano e con qualche incidente di percorso si riapre all’amore e alla sessualità. Finché arriva il momento di decidere cosa fare del suo nuovo corpo: chirurgia ricostruttiva, protesi esterne… Alice ascolta tutte e poi, al grido di: “E perché mai dovrei farlo? Si può sfoggiare un corpo solo se è perfetto?”, fa la sua scelta. Tra tante risate, questo fumetto ci insegna che il percorso non è né facile né uguale per tutte, l’importante è trovare quello giusto per sé, ascoltarsi, darsi il tempo che ci vuole e poi ricominciare a riempirsi l’agenda di impegni per l’ansia di vivere appieno ogni momento ma all’improvviso decidere che è troppo, mollare tutto e tutte e andare ai Caraibi, perché lo si è meritato.

“Barba: storia di come sono nato due volte”, Alec Trenta, Editori Laterza GLF, 2022, 217 pagine in b/n e a colori, brossura, € 18

“Barba: storia di come sono nato due volte”, Alec Trenta, Editori Laterza GLF, 2022, 217 pagine in b/n e a colori, brossura, € 18

“Pensavo di essere cleptomane e invece ero un bambino transgender. E forse, a saperlo, mi sarei risparmiato mille paranoie”. Attraverso queste mille paranoie, con pagine piene di poesia alternate a serissimi spiegoni (disforia e identità di genere, orientamento sessuale, uso dei pronomi, etc.) Ale, novello Goku, ci porta alla ricerca della sfera giusta per colmare il vuoto che si portava dietro fin da bambino, quando ancora era Lisa e non capiva perché dentro si sentisse un maschio e desiderava più di ogni altra cosa una bella barba folta che lo rendesse evidente anche al resto del mondo. Con ironia e leggerezza Trenta mostra che la strada per l’affermazione di genere non è lineare né tantomeno uguale per tutte le persone, e che forse l’ostacolo più grande è abbattere gli stereotipi radicati dentro ciascuno di noi e legittimarsi a essere se stessi in una società regolata dalla legge dell’ombrello (blu o rosa, senza sfumature o altre possibilità di scelta). Così, dopo un lungo percorso fatto di dubbi, paure, accettazione del proprio corpo e dei suoi cambiamenti, accompagnato dall’allegria della tigre Pablo, dalla dolcezza della madre, dall’ascolto paziente dello psicologo Damian e dall’amore di Camilla, Ale capisce che se forse il suo cane non lo riconoscerà più ora che puzza di testosterone, lui potrà comunque continuare a ballare Beyoncé chiuso in camera in mutande e starsene in panchina durante la partita di calcetto. Perché essere trans è solo una parte dell’essere Ale.

“Cancer Vixen: una storia vera d’amore e di vittoria”, Marisa Acocella Marchetto, Salani Editore, 2007, 212 pagine a colori, brossura, € 20

“Cancer Vixen: una storia vera d’amore e di vittoria”, Marisa Acocella Marchetto, Salani Editore, 2007, 212 pagine a colori, brossura, € 20

Come conciliare la vita mondana di una vignettista newyorkese super glamour, i preparativi
per il matrimonio e le cure per il cancro? Marisa Acocella ci lascia entrare nel suo mondo per
seguirne da vicino il percorso di cura, dalla diagnosi fino al lieto fine. Come tante donne,
Acocella si ritrova catapultata suo malgrado in un turbine di informazioni e terapie a cui
sottoporsi in un susseguirsi frenetico scandito da aghi (29 in tutto), nuove paia di scarpe e
nuances di rossetto, perché anche un pizzico di frivolezza può aiutare ad andare avanti con
la propria vita nonostante gli effetti collaterali dei trattamenti. Acocella non nasconde nulla e
mette sulla pagina, con grande sincerità e ironia, tutte le difficoltà a cui va incontro,
dall’assenza di assicurazione sanitaria (che negli Stati Uniti può fare la differenza tra la vita e
la morte), all’aumento di peso proprio prima delle nozze, passando per il terrore di perdere i
capelli, la menopausa precoce, il rapporto con gli operatori sanitari e la madre, il
confronto/scontro con le donne ancora giovani e sane. Un fumetto in cui la malattia è
esorcizzata attraverso la rappresentazione delle cellule cancerose come mostriciattoli
verdi particolarmente antipatici, che non riescono però a togliere a Marisa la voglia di vivere,
grazie anche all’incessante supporto di un nutrito gruppo di amici, dei colleghi e
dell’amorevole partner.

“Mom’s Cancer”, Brian Fies, Bottero Edizioni/Double Shot, 117 pagine a colori, brossurato, € 10

“Mom’s Cancer”, Brian Fies, Bottero Edizioni/Double Shot, 117 pagine a colori, brossurato, € 10

Fin dal titolo, “Mom’s Cancer” si rivela una potente combinazione di parole e immagini che unisce narrazione autobiografica, racconto umoristico e reportage giornalistico. Brian Fies decide coraggiosamente di raccontare la storia di come il cancro metastatico ai polmoni della madre sia stato affrontato dai membri della sua famiglia. Dapprima mette le sue tavole online, lavorando nell’anonimato, ma presto ottiene un tale successo di pubblico da essere premiato, l’anno successivo, con un Eisner Award come Miglior Fumetto Digitale. Fies decide così di passare alla forma cartacea e di uscire allo scoperto, per mostrare alle altre famiglie impegnate nella gestione quotidiana degli aspetti emotivi e pratici del cancro che non sono sole. E per aiutare i diversi professionisti con loro in contatto a immedesimarsi nei loro pazienti, a comprendere cosa significhi ricevere la diagnosi e far fronte agli effetti psicologici e sociali delle terapie. “Mom’s Cancer” tocca questi temi con uno stile ironico, a tratti metaforico, grazie al sapiente uso delle immagini. Un vero e proprio documentario di malattia, da leggere e guardare tutto d’un fiato.

“Le avventure della SMAgliante Ada”, AA.VV., Centro clinico NeMO/Famiglie SMA/Roche, 132 pagine a colori, distr. gratuita

“Le avventure della SMAgliante Ada”, AA.VV., Centro clinico NeMO/Famiglie SMA/Roche, 132 pagine a colori, distr. gratuita

Tre corposi volumi a colori, realizzati da un vero e proprio “Dream Team” del fumetto per ragazzi con talenti della scrittura e del disegno già collaudati su successi come “Topolino” e la serie di best-seller “Lyon”: è senza dubbio tra le più riuscite pubblicazioni didattiche mai realizzate questo dittico dedicato all’atrofia muscolare spinale, nota anche con l’acronimo inglese SMA. Data l’incidenza di questa patologia genetica rara sull’età pediatrica, il cuore della pubblicazione sono le avventure a fumetti di Ada, una cagnolina antropomorfa sempre pronta ad andare oltre i limiti imposti dalla sua patologia grazie al carattere indomito, alla sua carrozzina e all’aiuto di genitori, compagni di scuola e professionisti sanitari. L’influenza della “Casa del Topo” si fa sentire non solo nello scoppiettante impianto narrativo dei fumetti, ma anche nell’apparato redazionale, ampio, solido ed estremamente accurato: una mini-serie che dimostra la crescita della Graphic Medicine italiana. In distribuzione gratuita su www.smaglianteada.it.

Intervista all’autore Danilo Deninotti

Graphic Medicine Italia alla GraphMed Conference di Chicago 2022

Graphic Medicine Italia alla GraphMed Conference di Chicago 2022

14/16 luglio 2022, Chicago, Illinois: dopo il riscontro delle precedenti edizioni, la prima delle quali nel 2011, torna l’appuntamento internazionale con il Pianeta Graphic Medicine. Per allargare la platea dell’evento a un pubblico più ampio possibile, si tratterà di una conferenza ibrida, con possibilità di partecipazione e presentazione di persona e virtuale. Non poteva mancare all’evento una delegazione della Associazione Italiana Graphic Medicine. Gli aggiornamenti presto sul sito. Tutte le info su questa pagina in lingua inglese.

“La differenza invisibile”, Mademoiselle Caroline, Julie Dachez, Edizioni LSWR, 197 pagine a colori € 24,90

“La differenza invisibile”, Mademoiselle Caroline, Julie Dachez, Edizioni LSWR, 197 pagine a colori € 24,90

Marguerite è una giovane donna che all’apparenza non ha nulla che non va. Convive con il compagno, lavora per una grande azienda, frequenta le amiche. Eppure, spesso si sente a disagio nelle situazioni sociali, non capisce i doppi sensi e dice sempre la cosa sbagliata. Stanca di essere giudicata, decide di intraprendere un viaggio alla ricerca di sé stessa, che la porterà a dare un nome alla propria differenza: Sindrome di Asperger. Questa scoperta rappresenta un vero e proprio punto di svolta nella vita della protagonista e nel testo, contrassegnato dal passaggio dal bianco e nero ai colori. Ed è proprio il colore l’elemento utilizzato dall’illustratrice Mademoiselle Caroline per rendere con efficacia gli stati interni di Marguerite, alias Julie Dachez. L’eccesso di sensibilità ai rumori e il senso di affaticamento che ne deriva sono rappresentati dal colore rosso, che in alcuni casi avvolge la protagonista come un manto che la distanzia dal mondo esterno. Così come nel film: “Blue” di Derek Jarman, attraverso una rappresentazione monocromatica Mademoiselle Caroline riesce a rendere l’invisibile visibile. Un romanzo grafico da leggere soprattutto per chi soffre i vincoli normativi e vuole riconciliarsi con la propria unicità. La differenza, come scrive Dachez nella prefazione, è parte non del problema, ma della soluzione.

“Trentatré raggi ionizzanti”, Claudio Marinaccio, Feltrinelli Comics, 112 pagine in b/n e a colori, brossura € 16

“Trentatré raggi ionizzanti”, Claudio Marinaccio, Feltrinelli Comics, 112 pagine in b/n e a colori, brossura € 16

“Una volta, dentro un bellissimo uovo di pasqua, avevo trovato una sorpresa di merda. Pensavo fosse la peggior sorpresa di pasqua di sempre. Mi sbagliavo… l’epirubicina stava facendo effetto. Avevo perso tutti i capelli, la barba e anche tutti i peli del corpo. Solo le sopracciglia resistevano, stoiche…”. È la sincerità la cifra di Claudio Marinaccio, autore unico di testi e disegni per “Trentatré raggi ionizzanti”. Ma è una sincerità filtrata attraverso fantasie ora lievi, ora spensierate, più spesso destabilizzanti: perché a scapito del titolo da “space opera” il volume scritto e disegnato da Marinaccio racconta la lotta tra l’autore torinese classe 1982 e un leiomiosarcoma, tumore dei tessuti molli raro, maligno e aggressivo. I “raggi ionizzanti”, ovviamente, sono quelli della radioterapia cui il narratore si sottopone per debellare il proprio male. Ma il libro mette in fila tutta l’esperienza della malattia, dai primi sintomi durante una partita di calcetto, agli esami, fino alle cure e al ritorno alla normalità. Il tutto, con un pizzico d’ironia ad alleggerire il carico.

“Le piccole vittorie”, Ivon Roy, Edizioni White Star, 150 pagine a colori, brossura, € 16,90

“Le piccole vittorie”, Ivon Roy, Edizioni White Star, 150 pagine a colori, brossura, € 16,90

La nascita di un figlio è un evento meraviglioso e al tempo stesso spiazzante. Una creatura, una parte di sé che vive al di fuori di sé, è rivestita di aspettative, desideri, paure. Cosa accade quando quella creatura si discosta radicalmente da come l’avevamo immaginata? Yvon Roy narra il suo percorso di accettazione del figlio autistico a fumetti, concentrandosi sulle piccole vittorie quotidiane, che contrassegnano il tentativo di avvicinare due mondi apparentemente distanti. Il simbolismo consentito dal mezzo grafico aiuta a immedesimarsi con un padre in lotta con famigliari e professionisti per entrare in contatto con il figlio, a modo suo. Le immagini riescono a rendere visivamente gli stati emotivi del protagonista, la disperazione iniziale, poi lo spaesamento e la frustrazione, infine la serenità ritrovata. Un racconto commovente, capace di rappresentare le sfide che, come genitori, si è costretti ad affrontare per compiere il compito più difficile: amare il proprio figlio/la propria figlia in modo incondizionato.

“SuperSorda!”, Cece Bell, Piemme, 256 pagine a colori, € 16.50

“SuperSorda!”, Cece Bell, Piemme, 256 pagine a colori, € 16.50

Difficile restare impassibili di fronte alla storia di Cece. Sarà perchè a soli quattro anni la bambina/autrice perde l’udito a causa di una meningite, sarà perché i personaggi sono tutti coniglietti. Ad ogni modo SuperSorda! fa scoprire con ingenuità e colori brillanti una vita immersa nel silenzio. Cece descrive per “capitoli di infanzia” le sue diverse sensazioni e le nuove capacità scoperte con la sordità precoce. Il tutto accompagnato dal rapporto di amore/odio con il suo apparecchio acustico che riduce la disabilità della bambina – Cece riuscirà a seguire le lezioni delle maestre e le interazioni con le sue amiche) – e, al tempo stesso, la rende visibile – il dispositivo molto ingombrante spesso la fa sentire diversa e osservata. Questa storia alterna la fantasia alla realtà, dimostrando come la diversità possa diventare una risorsa, non solo per i più piccoli ma anche per un pubblico adulto.  Se ancora vi state domandando il perché di questo titolo, la risposta è presto detta: SuperSorda non è altro che l’alter ego di Cece, una supereroina che roteando gli auricolari dell’apparecchio acustico come un lazo, combatte diversi nemici (compagni di classe o professori scortesi)!